mercoledì 14 giugno 2017

OPHELIA

Luglio some 2014 Francia

Le spumose sfere, danzanti e sfinite
Come se un richiamo lontano le avesse risvegliate.
Scivolano lente
Si fanno travolgere da un vento acquoso, come pioggia che invece di cadere risale il corso melmoso.
Il vapore penetra tra le fessure degli alberi come fumo freddo avvolge con tenera fretta tutto il mondo circostante.
Siamo carne umida e irrequieta, a tratti sorridente ma nel profondo sempre turbati da vapori che ottenebrano la vista.

giovedì 10 dicembre 2015

Sacralità sfumata

La nebbia offusca
Inumidisce
Disorienta
Cela l'orizzonte ma non annulla il tutto
Il tutto c'è,fluisce.
Esiste come sempre.È autonomo e senza vincoli,la nebbia è solo una condizione esterna che stordisce il nostro orientamento lasciandoci in balia dell'ignoto,della possibilità che ci sia qualcosa davanti a noi.
Ma che forse non c'è.
E quindi ci muoviamo con estrema cautela,come se questo angolo di mondo che conosciamo fin troppo bene all'improvviso fosse senza certezze.Eppure questo rumore ovattato,questo soffice torpore visivo è solo apparente.Oltre la spessa coltre vaporosa che ottunde la realtà apparente si schiude la tangibile esistenza del nostro mondo.Che fluisce
Esiste autonomamente,senza pretese di essere mutato,senza il timore di restare nascosto ancora per un po'.Perchè talvolta l'illusione di naufragare è una necessità umana,un sottile gioco di fili tesi tra un muro e l'altro,un equilibrio fittizio che viene sovvertito senza preavviso.
E va bene così.
Mi lascio coinvolgere ed avvolgere da questo turbine gelido,un cilindro informe di vapore che ferisce le mie mucose e mi porta a ricollegarmi con la profonda e sommessa creatura che dorme in me,senza pressioni la lascio riposare fino a quando la nebbia lentamente si dirada ed io,spalancando gli occhi sul mio centimetro di mondo mi rendo conto che,senza grandi pretese,cio che percepivo come diverso altro non è che una nuovo punto di vista.

domenica 23 agosto 2015

Estate acrilica

Le dita sul pennello
quello di legno un po' scheggiato,chiaro.
Chiaro,lo intingo,indugio ma poi mi ci tuffo.
Rosso,grumoso e sabbioso
Si solleva dal barattolo,con tranquillità.
Poi c'è il momento dell'acqua
che va quantificata,con un'abilità millimetrica.
E sbaglio sempre,non si impara mai dagli errori belli
quelli che fino al momento prima di farlo sai già che sbaglierai
ma proprio non ce la fai a rinunciare a quel piacere catastematico
quello che ti senti salire dai nervi delle gambe ed esplodere nella mente.
Ecco,è troppo liquido.
Allora si riparte da capo.
Si pulisce ciò che di sbagliato c'è,sperando questa volta di capire quando l'acqua è troppa.
E forse è la volta buona.
Il colore mi sembra diluito in modo magistrale.
Metto a fuoco la parete,la mia mente si contorce,si apre,è caotica
Tante cose,poco spazio.
Un'equazione banale ma sempre valida.
Inizio a muovere lentamente il polso,poi mi stacco,ci penso,ricomincio.
Che bello quando gli ingredienti davanti agli occhi sono semplici
scomposti nelle loro parti più elementari.
Li assemblo,provando e riprovando fino a trovare la combinazione perfetta.
Due mani colme di pensieri,le affondo profondamente senza paura.
Oh come mi piaci.
La semplicità delle cose fluisce,ed io mi intingo come il mio pennello
in questo rosso,annacquato ma senza grumi.
I miei polsi si muovono con incontenibile gioia
con una tensione metallica,una scossa ribelle.
La parete è davanti ai miei occhi,non la metto a fuoco molto bene
ma è proprio questo il vantaggio.
La mia mente non si contorce ma si apre.
Non è caotica.
Le cose belle sono belle
e fanno bene a quelle parti di te che non sapevi nemmeno di avere
quelle parti un po' impolverate,quelle parti che non avevi mai scoperto
quelle parti così,un po' rannicchiate,un po' raggrinzite ma sempre nuove.
E anche se le cose belle finiscono,il mondo è un posto pieno di cose che mi piacciono.
E questo è ciò che mi fa dire ogni volta,cazzo,questo pennello lo intingo fino all'ultimo millimetro nel rosso più bello di sempre.Anche se è grumoso e sbaglio sempre a dosare l'acqua.

domenica 21 giugno 2015

Auto

Lo strumento

IO SONO

Ci vado,non fuggo,non conosco la strada

IO SONO

Mi sollevo,mi disgrego,mi ricollego

IO SONO

Nel vortice blu,con le sfere galleggio nel tunnel che sale

IO SONO

Posseduta,mi possiedo,ci sono

IO SONO

Non conosco,non capisco,non comando

IO SONO

Tranquillità blu,che gioia infinita

IO SONO

IO SONO

SONO IO

mercoledì 11 marzo 2015

Senza nome parte prima

Vivo nell'ombra di una casa
occupando i suoi non-spazi
nell'assenza delle pareti mi rannicchio
Non mi sento ma ci sono,
tu sei con me ma cercando non mi trovo
Eppure ero sicura di esserci.
Fino ad un attimo fa ero proprio qui
estesa,pesante,ingombrante
un attimo dopo sono svanita
Evanescente nella mia non casa
nel mio non spazio
nel mio non.
Allora mi rialzo,mi ammalo,mi stordisco
per sentirmi meglio,forse solo per sentirmi
lievemente,in superficie,come una mano che sfiora
ma è indecisa se toccare,se sprofondare,afferrare.
Nell'inquietudine sono aggrappata alla mia materialità
di aria pesante ma nella serenità mi percepisco
per contatto acquoso,per sottrazione tra ciò che non sono io
con certezza,e ciò che probabilmente mi appartiene.
E quindi come riassemblare i pezzi,come se non con
estenuante approssimazione,tentativi e fallimenti
come se non con una costante analisi della me passata
e la costruzione incerta di una possibile me presente
che vive una vita improvvisata,una bozza da correggere.

lunedì 17 novembre 2014

Meri pyar

All'improvviso è come se la vita fosse troppo breve ora che ho scoperto la bellezza dell'India,come se la sua lontananza implicasse l'impossibilità di raggiungerla ogni qualvolta ne senta l'impellente necessità.E l'India è così cazzo,violenta,irruenta,senza freni,talmente diversa che poi alla fine si rivela essere uguale al marciapiede sotto casa,ti afferra,ti lacera,ti secca la bocca,ti ruba la stabilità.
E' infetta ed inarrestabile,caotica e disciplinata allo stesso tempo,certo,è patria della contraddizione.
Lentamente ti ruba tutte le parole,te le sfila una ad una dalle labbra e le lascia cadere,proprio davanti ai tuoi piedi,in disordine.Come una mano che rimescola in un sacco.E tu rimani qui,sospinto da vettori opposti che ti guidano come i fili delle parche,e non conosci il tuo destino ma ti senti attaccato alla vita come mai prima,animale primordiale.E fra tutta questa stanchezza ancestrale ti innamori senza nemmeno rendertene conto,tra il rifiuto di comprendere e la negazione della realtà.
Irruento e totalizzante,come il più grande tra tutti gli amori.
E allora rapiscimi Mata Bharat,portami con te,sconvolgimi i sensi con le tue danze maleodoranti,i tuoi suoni incessanti,le tue luci accecanti,le urla inarrestabili delle persone e la sporcizia che ricade su tutti noi e ci accompagna nel sonno,come fosse un incantesimo fiabesco.

वारणसी Varanasi 24.09.14

Ne ho visti sei,erano
sporchi
Ne ho visti,di bambini,cani,vecchi,bufali e straccioni.
Erano tutti sporchi.
Ci impastano il pane con la polvere,una farina lurida che passando insudicia anche il più sozzo degli esseri umani.
La gente qui,nella città dello sporco ci viene per purificarsi
Ci si immerge,beve l'acqua di questa grande madre che malata contagia il figlio.
Ho visto,ho visto tanto
E ho lasciato andare la presa,sì,perchè non puoi portare addosso il peso dell'umanità.
In ogni angolo dei miei occhi trovo esseri viventi
straziati,esseri umani sdentati,nudi o con le vesti lacere,i capelli luridi e gli occhi,
gli occhi,quelli,affilati e profondi come la Ganga nella stagione delle piogge.
E poi,tra tutto questo non comprendere,sono comparse gocce di gioia,sono esplose.
E allora la polvere è schizzata lontano,sugli occhi di qualcun altro,
E a me,distesa fluttuante in questo deserto affollato,si è mostrato un universo pullulante di contrasti,di odori,di storie non dette e frammenti di vite altrui rubati qua e là.

Il mio naso indiano 14.09.2014

Copertone bruciato
Zucchero filato
Carote mature
sughero bagnato
Mais cotto
Olio bruciato
Incenso
Catrame
Narghilè
Patata cruda
Cipolla
Letame
Capodanno
Vernice
Traghetto

domenica 13 aprile 2014

POLVO

Vorrei.
In tante sfere leggere sciogliermi
fluttuare nel vento
con sfumature bluastre emaciate.
Sorrisi strappati e stesi al vento
tuffati ed affogati in sacchi polverosi
come le ferite ricucite con biancastri cordoni,
allacciate a me con colla a caldo,
caldissimo.
Evaporare con fumosi movimenti
sì però,che siano lenti,
che mi diano il tempo di
respirare
e liberare le meteoriti che vorticano attorno a me,
IN me.
Adesso salto,poi mi richiudo e plano
come un seme nel terreno
E poi aspetto
Un sole,un po' d'acqua,un gesto.

venerdì 18 ottobre 2013

ZEROUNOZEROOTTODUEMILATREDICI

E mi pungo del giallo sapore
nell'occhio di polvere,cade.
Mi sento anacardo d'oriente
di noce con luna nell'acqua.
Mi vedo di fili puliti
che dondolan sopra la terra.
E pungono verdi le foglie
di rossi rotondi maturi.
E nuda ribatte luce
di pieghe riarse bellezza.
Se soffio riapre colore
di aria rigonfia il cestino.
Volando chitarra e lenzuola
con schiuma marrone di nonno.
Salvietta irsuta e vissuta
nel basso terreno rimane.
E carne rosseggia leggera
mangiando altrui notte nera.
Nelle pance di stagnola ti terrò compagnia,
vola vicina al sentiero di ghiaia.
Riccioli blu arancio con ginocchia sbucciate
abbraccio di pile
maglione verde,coperta morbida,cuscino secco.
Fiore Giallo.

E POI TI SVEGLI.