Sterpaglia,
brulicante di sottili lacrime piovose
si estende nella sconfinata rovina del mondo esterno.
Primavera chimica plastifica il grigio ghigno,
serrato in un addio.
Vetusti abiti scoloriti rosicchiano la stabilità,
intonando un canto dei ricordi,
aspri e bellissimi.
Ti estendi,
come se non ci fossero limiti,
come se avessi il diritto di farlo
mentre un tarlo picchietta imperterrito;
un tarlo che porta il tuo odore,
che insozza la mia scrostata razionalità
incastonando il brillante della rottura nel mio petto.
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