lunedì 17 novembre 2014

Meri pyar

All'improvviso è come se la vita fosse troppo breve ora che ho scoperto la bellezza dell'India,come se la sua lontananza implicasse l'impossibilità di raggiungerla ogni qualvolta ne senta l'impellente necessità.E l'India è così cazzo,violenta,irruenta,senza freni,talmente diversa che poi alla fine si rivela essere uguale al marciapiede sotto casa,ti afferra,ti lacera,ti secca la bocca,ti ruba la stabilità.
E' infetta ed inarrestabile,caotica e disciplinata allo stesso tempo,certo,è patria della contraddizione.
Lentamente ti ruba tutte le parole,te le sfila una ad una dalle labbra e le lascia cadere,proprio davanti ai tuoi piedi,in disordine.Come una mano che rimescola in un sacco.E tu rimani qui,sospinto da vettori opposti che ti guidano come i fili delle parche,e non conosci il tuo destino ma ti senti attaccato alla vita come mai prima,animale primordiale.E fra tutta questa stanchezza ancestrale ti innamori senza nemmeno rendertene conto,tra il rifiuto di comprendere e la negazione della realtà.
Irruento e totalizzante,come il più grande tra tutti gli amori.
E allora rapiscimi Mata Bharat,portami con te,sconvolgimi i sensi con le tue danze maleodoranti,i tuoi suoni incessanti,le tue luci accecanti,le urla inarrestabili delle persone e la sporcizia che ricade su tutti noi e ci accompagna nel sonno,come fosse un incantesimo fiabesco.

वारणसी Varanasi 24.09.14

Ne ho visti sei,erano
sporchi
Ne ho visti,di bambini,cani,vecchi,bufali e straccioni.
Erano tutti sporchi.
Ci impastano il pane con la polvere,una farina lurida che passando insudicia anche il più sozzo degli esseri umani.
La gente qui,nella città dello sporco ci viene per purificarsi
Ci si immerge,beve l'acqua di questa grande madre che malata contagia il figlio.
Ho visto,ho visto tanto
E ho lasciato andare la presa,sì,perchè non puoi portare addosso il peso dell'umanità.
In ogni angolo dei miei occhi trovo esseri viventi
straziati,esseri umani sdentati,nudi o con le vesti lacere,i capelli luridi e gli occhi,
gli occhi,quelli,affilati e profondi come la Ganga nella stagione delle piogge.
E poi,tra tutto questo non comprendere,sono comparse gocce di gioia,sono esplose.
E allora la polvere è schizzata lontano,sugli occhi di qualcun altro,
E a me,distesa fluttuante in questo deserto affollato,si è mostrato un universo pullulante di contrasti,di odori,di storie non dette e frammenti di vite altrui rubati qua e là.

Il mio naso indiano 14.09.2014

Copertone bruciato
Zucchero filato
Carote mature
sughero bagnato
Mais cotto
Olio bruciato
Incenso
Catrame
Narghilè
Patata cruda
Cipolla
Letame
Capodanno
Vernice
Traghetto

domenica 13 aprile 2014

POLVO

Vorrei.
In tante sfere leggere sciogliermi
fluttuare nel vento
con sfumature bluastre emaciate.
Sorrisi strappati e stesi al vento
tuffati ed affogati in sacchi polverosi
come le ferite ricucite con biancastri cordoni,
allacciate a me con colla a caldo,
caldissimo.
Evaporare con fumosi movimenti
sì però,che siano lenti,
che mi diano il tempo di
respirare
e liberare le meteoriti che vorticano attorno a me,
IN me.
Adesso salto,poi mi richiudo e plano
come un seme nel terreno
E poi aspetto
Un sole,un po' d'acqua,un gesto.