lunedì 17 novembre 2014

Meri pyar

All'improvviso è come se la vita fosse troppo breve ora che ho scoperto la bellezza dell'India,come se la sua lontananza implicasse l'impossibilità di raggiungerla ogni qualvolta ne senta l'impellente necessità.E l'India è così cazzo,violenta,irruenta,senza freni,talmente diversa che poi alla fine si rivela essere uguale al marciapiede sotto casa,ti afferra,ti lacera,ti secca la bocca,ti ruba la stabilità.
E' infetta ed inarrestabile,caotica e disciplinata allo stesso tempo,certo,è patria della contraddizione.
Lentamente ti ruba tutte le parole,te le sfila una ad una dalle labbra e le lascia cadere,proprio davanti ai tuoi piedi,in disordine.Come una mano che rimescola in un sacco.E tu rimani qui,sospinto da vettori opposti che ti guidano come i fili delle parche,e non conosci il tuo destino ma ti senti attaccato alla vita come mai prima,animale primordiale.E fra tutta questa stanchezza ancestrale ti innamori senza nemmeno rendertene conto,tra il rifiuto di comprendere e la negazione della realtà.
Irruento e totalizzante,come il più grande tra tutti gli amori.
E allora rapiscimi Mata Bharat,portami con te,sconvolgimi i sensi con le tue danze maleodoranti,i tuoi suoni incessanti,le tue luci accecanti,le urla inarrestabili delle persone e la sporcizia che ricade su tutti noi e ci accompagna nel sonno,come fosse un incantesimo fiabesco.

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