13 novembre
Impalpabili braccia tingono il mio crine abbandonato alla salsedine cristallizzata dalla notte,obliterando il mio ancestrale lamento mi attorniano,repentinamente mi intrappolano vincolando la ragione del mio essere all'inchiostro che fuoriesce da un ramo di plastica.Il vetro si schianta,la pioggia resuscita plasmando corpi dai movimenti sincopati,punteggiando le assenze delle mie giornate che affondano in uno sbadiglio.Sudore e mascara errano sul cotone vergine mentre inerte abbandono il mio sguardo nel violaceo crepuscolo.
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