venerdì 6 novembre 2009

GIALLO

05 ottobre 2009

Le sue all star gialle scolorite e deformi a causa della troppa strada percorsa giacevano inermi tra i libri di scuola e i vestiti freddi. Quella mattina aveva incontrato una ragazza,la nuova,come era stata banalmente additata. A scuola aveva fatto il suo ingresso timidamente,avanzando nell’atrio con lo sguardo raso terra per timore di incrociare gli occhi inquisitori di qualcuno.”Loro sanno”-si ripeteva”è marchiato a fuoco sulla tua carne”.Luisa,reduce dall’ennesima nottata vissuta in qualche letto sconosciuto urtò Giada “perdonami”-disse distrattamente. Alzando il viso venne catturata dallo sguardo impaurito e dall’espressione sofferente della nuova,rovinosamente caduta a terra. Stesse a fissarla per qualche istante e poi si sedette sul freddo pavimento con lei, proprio nel mezzo dell’androne, incurante degli studenti che freneticamente si apprestavano a raggiungere le aule. “Sei nuova?”-chiese curiosa Luisa. Giada mosse il capo,senza fiatare.”vieni,adesso ti mostro tutto ciò di cui hai bisogno per sopravvivere in questo orribile posto”-disse Luisa prendendo la mano di giada. Iniziarono a correre come se una feroce le stesse inseguendo. Giunsero nella libreria della vecchia zia di Luisa.”Ecco-esclamò- qui ho imparato tutto ciò che so e sarà qui che tu troverai le risposte che cerchi”.La nuova iniziò a sfiorare le vecchie copertine in pelle,le pagine ingiallite lasciandosi inebriare da quel sentore di sapienza antica che tanto amava,mentre quelle parole più volte sverginate venivano trasfuse al suo cuore.

“Bello vero?-chiese Luisa-è uno dei miei sonetti preferiti”

“Shall I compare thee to a summer’s day”iniziò a recitare timidamente Giada

“è stupenda,la adoro”-disse con la voce colma di emozione-la mia ragazza mi chiamava sempre sole,mi ripeteva che ero bella come un caldo pomeriggio estivo”

In quel preciso istante i loro sguardi colpirono lo stesso punto e Giada capì di essersi tradita.

“va tutto bene,con me puoi essere te stessa”-la rassicurò Luisa

Lentamente Giada le si avvicinò,la sua bellezza illuminava il suo sguardo,il respiro si fece pesante,la sua candida pelle scorreva ora sotto le dita di luisa,riportandola a vecchi ricordi dolorosi.

“Andiamo a casa”-disse Luisa”non qui,ti prego,non deve succedere nulla in questo posto”.

Raggiunsero la piccola casa gialla ai piedi della collina,il freddo era penetrato nelle loro ossa,i loro visi,rossi e gelati erano più belli che mai. Senza dire una parola i vestiti caddero sul pavimento lasciando orni preoccupazione al di fuori di quei gesti colmi di dolcezza. Si tennero compagnia per molte ore,ridevano,spezzando le risate con qualche bacio,i loro corpi erano stretti l’uno all’altro,i loro battiti a contatto,i loro occhi potevano intrappolare e scacciare i dolori dell’altra. In quel perfetto microcosmo non c’era posto per altro. Vi era solo l’amore,il sublime,profondo amore tra due cuori fatti della stessa sostanza, la stessa immagine riflessa dallo specchio. Nessun naturale e doloroso incastro tra quei due corpi ma solo dolce contatto mosso dall’insaziabile passione.

“E’ sbagliato”-sussurrò Giada-“Tutto questo è contro ogni regola,ogni ordine naturale,se qualcuno lo scoprisse io sarei rovinata,ancora una volta verrei ricoperta dalla vergogna di aver amato una persona sbagliata”

“Stronzate-urlò Luisa balzando sul pavimento-solo una massa di stronzate Giada,non lo scoprirà nessuno,finchè saremo io e te in questa stanza andrà tutto bene,non ti devi preoccupare,non abbiamo bisogno di null’altro,devi solo fidarti di me”

“Ti fidi di me-chiese-dimmelo Giada,ti fidi di me?”

“Si,mi fido,mi fido,ma devi promettermi che andrà tutto bene,che con te sarà diverso,che il mondo non varcherà mai quella soglia-disse puntando il dito in direzione della porta gialla-promettilo”disse piangendo

“Lo prometto Sole,lo prometto”la rassicurò Luisa stringendo il corpo ormai freddo di Giada

Continuarono ad amarsi per anni in quel frammento di stoffa colorata,tra converse abbandonate sul pavimento e libri letti una volta di troppo.

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